“The Truth” (La verità). Questo il titolo di lavorazione di un film del 1996 scritto e diretto da Mike Leigh e diventato ufficialmente “Secrets & lies” (Segreti e bugie), vincitore della Palma d’oro al 49° festival di Cannes. L’inversione, apparentemente paradossale, tra il titolo provvisorio e quello finale sembra, invece, esprimere un legame profondo tra i due. Il senso è racchiuso in quel processo psichico che a volte spinge l’essere umano ad allontanarsi da una verità intollerabile trincerandosi in muri difensivi di segreti e bugie.
La fine di una vita, il funerale di un’anziana mamma, è l’inizio del film. Da qui, dal dolore del lutto, una figlia adottiva, alla soglia dei trent’anni, inizierà a fare i conti con un’altra perdita rimasta sepolta per molti anni: “Voglio sapere chi mi ha messo al mondo, se hai un tempo limitato a disposizione cerchi di mettere ordine nella vita”. Questa la riflessione esistenziale di Hortense, giovane e borghese optometrista di colore che, all’indomani della morte dei genitori adottivi, decide di conoscere le sue origini avendo a disposizione solo la firma della madre naturale su un certificato di adozione. La volontà di cercare la verità e di oltrepassare quel ‘divieto’ di accesso alla conoscenza di una parte di sé bloccata, diventa la spinta verso un processo di autenticità che, partendo da Hortense, coinvolgerà tutti i protagonisti del film. Un viaggio nel mondo del non detto, alla scoperta di vite ‘sciupate’, segnate dall’assenza e dalla precarietà emotiva, ma rese ancora più faticose dalla presenza di tanti pensieri impensabili.